
27 Maggio 2025
Dalle 9.30 alle 12.30
L’evento si svolgerà in presenza
Università LUMSA – Sala Giubileo
Via di Porta Castello 44, Roma
Il 24 gennaio 2025, nella memoria liturgica di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e dei comunicatori, Papa Francesco inviava agli operatori della comunicazione il messaggio “Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori” in occasione della 59ma Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali (che sarà celebrata domenica 1° giugno 2025).
Sul testo di Papa Francesco la Sala Giubileo dell’Università LUMSA sarà sede martedì 27 maggio 2025 di un Corso di formazione per giornalisti e comunicatori che intende approfondirne i contenuti e discutere con l’ausilio di esperti cosa vuol dire calare le parole del Papa nella professione, al servizio di tutti e con responsabilità.
L’attività è realizzata in sinergia da Ordine dei giornalisti del Lazio, Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI) del Lazio e Associazione WebCattolici Italiani (WeCa) e in collaborazione con Università LUMSA, Associazione Paoline odv, Federazione Italiana Settimanali cattolici (Fisc) del Lazio e Ufficio comunicazioni sociali della Conferenza episcopale del Lazio.
Il corso, dalle ore 9.30 alle 12.30, punta anche ad approfondire la deontologia professionale di giornaliste e giornalisti e di comunicatrici e comunicatori.
Ai giornalisti presenti il corso rilascia 5 crediti formativi deontologici.
All’interno del corso si svolgerà la cerimonia di consegna del Premio Comunicazione e Cultura Paoline 2025 che verrà consegnato al dott. Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero della Comunicazione.
Il programma
Saluti iniziali
- Francesco Bonini, rettore dell’Università LUMSA;
- Guido D’Ubaldo, presidente Ordine dei giornalisti del Lazio;
- don Stefano Cascio, vice direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Roma e consulente ecclesiastico dell’Ucsi Lazio;
- don Paolo Padrini, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Tortona e consigliere dell’Associazione WebCattolici Italiani (WeCa).
Prima parte
Il Messaggio di Papa Francesco
“Disarmare la comunicazione”
- Andrea Tornielli, direttore della Direzione editoriale del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede;
- Alessandra Costante, segretaria generale della Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi);
- Carlo Bartoli, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti.
Consegna “Premio Paoline 2025” a Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, e dialogo con studenti dell’Università LUMSA.
Seconda parte
“Dare ragione con mitezza della speranza che è in noi”
- suor Rose Pacatte, fsp, dottore in Pastorale e Comunicazione
“Competizione, contrapposizione, volontà di dominio, guerre verbali: i paradigmi che mettono a rischio la deontologia professionale”
- Roberta Feliziani, già componente del Consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti del Lazio.
Terza parte
“Sperare insieme”
- Sergio Talamo, direttore comunicazione di Formez.
Quarta parte
“Non dimenticare il cuore”
- Paolo Valente, vicedirettore della Caritas italiana.
Moderano
- Fabio Bolzetta, presidente dell’Associazione WebCattolici Italiani (WeCa);
- Maurizio Di Schino, presidente dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI) del Lazio.
Papa Francesco, nel suo messaggio “Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori”, per la 59ma Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, ha lanciato un forte allarme sull’impatto dei sistemi digitali nella nostra percezione della realtà e ha denunciato un fenomeno che definisce “preoccupante”: la dispersione programmata dell’attenzione, causata da tecnologie che profilano le persone secondo logiche di mercato, compromettendo la capacità di comprendere e relazionarsi con gli altri. Questa manipolazione dell’attenzione genera una frammentazione degli interessi, che mina le fondamenta del vivere comune, impedendo il dialogo e la costruzione di un bene condiviso.
Secondo Papa Francesco, l’informazione e la comunicazione digitale spesso spingono alla ricerca di un nemico da attaccare verbalmente, oscurando il volto dell’altro e la sua dignità, con la conseguenza di soffocare ogni possibilità di speranza. Francesco ha citato don Tonino Bello, affermando che tutti i conflitti nascono dalla "dissolvenza dei volti", ovvero dalla perdita del riconoscimento dell’altro come persona. Di fronte a questa deriva, Papa Francesco ha invitato a non arrendersi. La speranza – ha scritto – è un rischio che bisogna correre, riprendendo le parole dello scrittore Georges Bernanos. Una virtù “nascosta, tenace e paziente”, ma indispensabile, soprattutto per i cristiani.
Richiamando anche Benedetto XVI e l’Enciclica Spe salvi, Francesco ha sottolineato che la speranza non è un ingenuo ottimismo, ma una forza concreta, capace di trasformare la vita. Un invito, quindi, a riscoprire la speranza come antidoto alla frammentazione e al cinismo della comunicazione moderna.
Ne deriva così l’esigenza, per chi opera nel mondo dell'informazione e della comunicazione, di orientare l’utilizzo delle intelligenze artificiali in modo responsabile, tenendo conto di una riflessione etica nell’ambito dell’educazione e soprattutto della deontologia professionale. La tutela della dignità della persona e la cura per la verità sono condizioni imprescindibili affinché lo sviluppo tecnologico possa contribuire alla promozione della giustizia e della pace nel mondo.
Parole, riprese da Papa Leone XIV che, nell’udienza ai rappresentanti dei media convenuti a Roma per il Conclave, il 12 maggio 2025, ha sottolineato: «Ripeto a voi oggi l’invito fatto da Papa Francesco nel suo ultimo messaggio per la prossima Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali: disarmiamo la comunicazione da ogni pregiudizio, rancore, fanatismo e odio; purifichiamola dall’aggressività. Non serve una comunicazione fragorosa, muscolare, ma piuttosto una comunicazione capace di ascolto, di raccogliere la voce dei deboli che non hanno voce. Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra».